
Possiamo definire le nostre emozioni come una risposta ad un input, che provenga dall’esterno o da noi stessi. Possono essere legate al nostro istinto di sopravvivenza, e quindi difenderci da un ipotetico o reale pericolo: è questo il caso dell’aggressività e della rabbia, che sono emozioni “calde”, legate al nostro bisogno di autoaffermarci e di “farci valere” e si possono scatenare anche iper tutelare l’immagine interna che abbiamo di noi.
Ci sono poi emozioni più “oscure”, cupe, come quelle proprie degli abbandoni e dei lutti e che, al contrario, ci portano verso una perdita del senso della nostra vita e del nostro stesso io.
C’è poi la paura: e qui ci sono sfumature e sfumature emozionali, dalla paura ben motivata – come quella che stiamo tutti vivendo in questo momento- che fa emergere l’istinto di sopravvivenza e ci indirizza verso comportamenti che ci tutelano e preservano, al panico incontrollato, alla paura di ciò che è sconosciuto.
Parlerò in un prossimo articolo della sottilissima e puntuale analisi delle proprie emozioni-e del come trasformarle-che ci viene dal preziosissimo lavoro del Dott. Edward Bach, ideatore dell’ormai famoso sistema di terapia floreale.
Ora voglio proporre quella che chiamo la Meditazione del Cerchio. Ho preso spunto dalle proposte delle mie insegnanti, Gabriella Cella e Fiorenza Zanchi, adattandole alla mia esperienza e a quella che mi hanno regalato le mie allieve. E’ una meditazione apparentemente molto semplice – ma cosa è realmente semplice nella disciplina dello yoga – che ci permette “fare spazio” tra sé e le proprie emozioni.
Ecco la tecnica
- Sedute in una posizione confortevole, sentite che il corpo trova il suo equilibrio: la base e le gambe ci sostengono e ci agganciano alla terra, il busto si allunga verso il cielo, dal vertice del capo. Le braccia e le mani si abbandonano, rilassate, sulle cosce o sulle ginocchia.
- Chiudete gli occhi.
- Lasciatevi respirare, il respiro vi attraversa, calmo e regolare: entra sottile dalle vostre narici, riempie i polmoni dolcemente, espandendoli; poi esce con calma, senza fretta.
- Immaginatevi al centro di una grande sfera luminosa, come una membrana protettiva, che lascia filtrare solo ciò che è benefico per voi.
- Ora visualizzate poi la circonferenza di questa sfera, un grande cerchio a cui siete collegate da tanti raggi di luce: si disegnano così tanti settori.
- Sulla circonferenza, settore per settore, ponete le vostre emozioni, sia piacevoli che no.
- Lasciate che, spontaneamente, si ponga davanti a voi un’emozione, ed il settore che la la contiene. Lasciate che venga illuminata, mentre il resto rimane nell’ombra: è quello su cui , nel qui ed ora, è necessario lavorare.
- Entrate in contatto con quella emozione e con le esperienze ad essa collegate. Lo fate sempre da “centro”, perché non siete quell’emozione né quelle esperienze.
- Ripetete a voi stesse che siete un centro di luce, di pace e di gioia. Ripetitivi che siete protette, dentro la vostra sfera.
- Restate in questo contatto, accettando e accogliendo quello che avviene, sempre ripetendovi che siete un centro di luce, di pace, di gioia e che siete protette.
- Restate così fino a che è piacevole, poi concentratevi su voi stesse, sul centro, dimenticando tutto il resto.
- Restate in connessione con il vostro respiro e con il centro luminoso che siete voi.
- Pace, luce, gioia.
- Quando vorrete, ampliate il vostro respiro, fate piccoli movimenti, poi lasciate la posizione e stiratevi mentre aprite gli occhi.